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Dopo un anno entusiasmante col powerchair football che ci ha permesso di accarezzare il sogno scudetto due e nostri atleti ( Lopes Gabriele e Lionetti Marina) hanno avuto la gioia di partecipare ai raduni della nostra nazionale in preparazione dell'EPFA CUP di Ginevra.

In particolare Marina ha partecipato a tutti i raduni della nazionale ed è stata scelta come riserva per partecipare all'importante competizione internazionale.

Di seguito il suo racconto sull'esperienza vissuta.

Mi chiamo Marina Lionetti, faccio parte dell'ASD Aquile di Palermo dove pratico il powerchair hockey da 6 anni. Quest'anno abbiamo intrapreso una nuova disciplina il Football. All'inizio ero un po' titubante, pensavo che era una disciplina un po' statica in confronto con l'hockey....ma non è così anzi è divertente. Abbiamo formato la squadra è con i miei compagni abbiamo raggiunto l'obiettivo di arrivare alle Finali di Jesolo, dove siamo arrivati al secondo posto con il titolo di Vice Campioni d'Italia. Ma non è tutto, nel frattempo la Federazione ha formato il team per istituire la Nazionale di Football. Mai e poi mai mi sarei aspettata di farne parte, ho letto l'email della convocazione più volte, perchè non ci credevo . Il primo raduno è stato a Jesolo dopo le finali, poi gli altri raduni sono stati a Roma e Modena. Nel primo raduno di Jesolo sono venuti gli arbitri internazionali, dove ci hanno spiegato il nuovo regolamento, infatti parlando con i miei compagni eravamo spaesati, perchè totalmente diverso dal football che avevamo giocato sino alle finali, dovevamo mantenere le distanze, i calci di rigori, l'angolo, insomma dovevamo resettare tutto e iniziare con le nuove regole. Ci siamo impegnati al massimo, allenamenti intensi, i Mister molto pazienti , fornendoci pure documenti cartacei dove studiavamo i vari schemi, le posizioni ecc. Infatti al raduno di Roma già eravamo migliorati. A Modena i mister hanno assegnato i ruoli di capitano che è Marco e vice capitano Ilaria, dato che noi siamo la Nazionale con più quote rosa. Indossare la maglia della Nazionale è un onore, da far venire i brividi perchè rappresenti la tua Patria, ed io sono orgogliosa di aver iniziato questa avventura. Il mio rapporto con i miei compagni della Nazionale è stato ottimo fin dall'inizio, oltre a comunicare e capirci dentro il campo, e anche fuori, molto importante fare “ spogliatoio”, cioè avere un buon rapporto tra di noi, infatti dopo gli allenamenti fatti pure a suon di musica, usciti dal campo eravamo sempre tutti assieme, scherzavamo, ci prendevamo in giro, al tavolo tutti assieme, abbiamo creato un gruppo whastapp dove ci scambiavamo consigli, tattiche ecc. Al mio ritorno da Modena a Palermo ho ricevuto la divisa della Nazionale, ero felicissima, avrei fatto salti di gioia, se potevo farli. Dopo un paio di settimane ero riserva ufficiale della Nazionale, assieme i miei compagni abbiamo intrapreso una nuova avventura, la classificazione agli Europei a Ginevra, da una parte eravamo contenti, dall'altra un po' meno, perchè li c'erano squadre blasonate che giocano da molti anni, ma ci siamo caricati, come facciamo noi Italiani, unione , concentrazione. Un emozione indescrivibile, arrivare a Milano, incontrare tutti i miei compagni con i genitori anch'essi un gruppo eccezionale, arriva il pullman , e che pullman a 2 piani, dove da un lato eravamo noi con le carrozzine, e dall'altra gli accompagnatori. Il viaggio da Milano a Ginevra, tra risate, cori e la bellezza che ci circondava, tra montagne, cascate, siamo arrivati a destinazione, stanca ma emozionata. L'albergo era bellissimo, adatto a noi , il personale molto gentile, anche se parlavano in francese si facevano capire, anche con l'aiuto di mia figlia Teresa che capiva e parla un po' il francese, lei era più emozionata di me. Intorno all'albergo era da mozzafiato, stadio, pizzeria, centro commerciale, dentro c'era la sala giochi con il bowling annesso, io con l'aiuto di Teresa mi ha fatto guidare la macchina. Anche il ristorante era da mozzafiato perchè spuntava all'interno dello stadio. Il palazzetto dello sport dove si svolgevano le partite era vicino, alcuni andavano a piedi, e con la carrozzina, gli altri venivano con le navette dell'organizzazione. Arriviamo alla prima partita, agli internazionali sono molti rigidi, potevano stare in panchina solo i titolari, e anche il nostro team si davano il cambio per ogni partita, il massimo dovevano stare solo in 4, li potevano parlare agli atleti solo i mister, secondo me è una cosa giusta, per non creare confusione e noi atleti non ci distraiamo, con le urla degli altri ,che non siano i mister. La prima partita è stata fondamentale, Italia Svizzera, dove abbiamo ottenuto la prima vittoria, le altre 3 partite abbiamo giocato con i parametri più bassi delle altre squadre, dato che io non potevo stare in panchina, ho visto i miei compagni giocare, io li incitavo, cantavo con la tifoseria. Ho fatto amicizia con i giocatori di altre squadre, come si dice c'era molta integrazione anche se c'era la barriera della lingua. Abbiamo vinto con l'Austria, quindi abbiamo avuto il pomeriggio libero, e abbiamo fatto un giro a Ginevra, sono rimasta sbalordita, oltre l'architettura, la fontana, il lago, la cosa importante che la città era senza barriera, i marciapiedi, il bus, il tram preso per la prima volta. A fine partita, ritornando in albergo, ci mettevamo nella piazzetta dell'albergo e insieme alle altre squadre cantavamo canzoni dei Queen, e altre. L'ultima sera c'è stato la cena di gala a tema, a cena con delitto, i tavoli erano addobbati con manette, cappelli, lente di ingrandimento, ecc. Ci sono state le varie premiazioni, a noi gli arbitri, le panchine e le altre squadre ci hanno fatto i complimenti per il fair play, per il tifo, per il rispetto dentro e fuori il campo. Tra partite vinte e sconfitte, abbiamo ottenuto il quinto posto, per me e per i miei compagni è un buon risultato per la neonata nazionale. Ora il mio obiettivo è portare tutto quello che ho imparato nella Nazionale alla mia squadra delle Aquile, cioè al primo posto il gruppo molto importante per essere uniti e capirci tra di noi, tutti siamo indispensabili, nessuno deve giocare da solo/a, poi tutte le tecniche, tattiche, esercizi, ultima cosa non meno importante, per esperienza personale alla nazionale, ascoltare le indicazioni solo dei mister, nessuno in panchina perchè e un oggetto di distrazione. In conclusione non bastano le parole che ho scritto, perchè l'emozione che ho provato a vivere il tutto non si può descrivere si deve viverla, spero che con questo mio scritto ho trasmesso un po' di emozione.

  

 

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